Il tuo capo ti spia al lavoro attraverso informatori segreti | Da un momento all’altro aspettati il licenziamento

Ufficio - Depositphotos - Zapster.it
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Il tuo capo può chiedere a qualcuno di spiarti per capire se stai lavorando nel modo corretto? Sì, ma a una condizione: ecco cosa dice la legge.

Di recente ha fatto molto scalpore il caso di un impiegato che ha fatto ricorso in tribunale dopo essere stato licenziato dal suo datore di lavoro, che aveva assunto un investigatore privato per spiarlo, al fine di capire se durante le ore lavorative lavorasse davvero come previsto dal contratto.

Il datore di lavoro, dopo le ricerche investigative, aveva scoperto che il suo impiegato non lavorava come prestabilito e quindi lo aveva licenziato. L’uomo, a questo punto, lo ha portato in tribunale, ritenendo il licenziamento non giustificato perché emesso dopo aver assunto delle persone terze per spiarlo, violando quindi la sua privacy.

L’ex impiegato aveva perso i primi due gradi di giudizio, ma alla fine è uscito vincitore. Il licenziamento è stato dichiarato illegittimo perché per legge un datore di lavoro non può affidarsi a soggetti terzi per controllare i propri dipendenti. A patto di una condizione.

Il capo può spiarti sul luogo di lavoro? Cosa prevede la legge italiana

Secondo la legge italiana, un datore di lavoro non può ricorrere a soggetti terzi privati (come agenzie investigative o vigilanti vari) se semplicemente sospetta che il suo dipendente non stia portando a termine il proprio lavoro come previsto dal contratto.

La legge, come spiegato dalla Cassazione, dice chiaramente che ci si può rivolgere a questo tipo di enti solo ed esclusivamente se si sospetta che la persona, durante l’orario lavorativo, stia commettendo un reato, per esempio delle attività fraudolente. In nessun modo, invece, il controllo può riguardare lo svolgimento corretto delle semplici attività lavorative.

Impiegato - Depositphotos - Zapster.it
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Il capo può spiarti sul luogo di lavoro? Il ruolo dei colleghi

Quindi, se un datore di lavoro non può ricorrere a enti privati o pubblici per tenere sotto controllo i propri dipendenti (a meno che non sospetti qualche atto illecito), può comunque chiedere aiuto agli altri colleghi.

Secondo l’articolo 3 della legge 300 del 1970, infatti, il datore di lavoro può chiedere agli altri dipendenti di controllare un determinato dipendente perché “i nominativi e le mansioni specifiche del personale addetto alla vigilanza dell’attività lavorativa debbono essere comunicati ai lavoratori interessati“.

Questo può avvenire anche di nascosto (quindi il capo non deve dichiararlo apertamente al dipendente), l’unica condizione è che il dipendente conosca i nomi di chi lo controlla, anche senza sapere che lo stanno controllando. Quindi… se sospetti che il tuo capo ti stia controllando, diffida dei tuoi colleghi!