VPN, passa la nuova legge varata dal Governo, non puoi più usarla | Milioni di smanettoni nel panico, ci facevano di tutto
Con la nuova legge i pirati che scaricavano di tutto possono dire addio alla pacchia: c’è chi ha già mollato il colpo.
Con l’entrata in vigore della nuova legge varata dal Governo, l’uso delle VPN è stato messo sotto stretta sorveglianza.
Milioni di utenti, da smanettoni a professionisti, si trovano ora nel panico in quanto la pratica di utilizzare le Virtual Private Network era diventata una consuetudine diffusa per molteplici scopi.
La legge, volta a regolare l’uso di internet e la sicurezza dei dati, ha suscitato un acceso dibattito sulla privacy online e sulle libertà digitali.
Cosa cambierà per gli utenti e come si adatteranno a questa nuova realtà?
Il Piracy Shield manda tutti a casa
Da quando il Governo ha attivato il Piracy Shield lo scorso 31 gennaio, una nuova era nella lotta contro la pirateria online è iniziata in Italia. Questa piattaforma automatizzata mira a oscurare i siti che trasmettono illegalmente contenuti in streaming, unendo gli sforzi del Governo e della Lega Calcio Serie A per proteggere i diritti dei detentori di contenuti pay-per-view. Il debutto del Piracy Shield è avvenuto durante il big match di Serie A tra Inter e Juventus, suscitando subito un acceso dibattito sulla libertà online e la responsabilità degli operatori di servizi VPN. Questi ultimi, infatti, hanno un ruolo chiave nel tentativo di eludere il controllo anti-pirateria.
Tuttavia, il provvedimento sembra già aver ottenuto risultati tangibili: alcuni servizi VPN, tra cui AirVPN, hanno annunciato la cessazione delle loro operazioni in Italia a causa dell’implementazione del Piracy Shield da parte di AGCOM. Questo ha generato un dibattito ampio e articolato su vari aspetti cruciali. In particolare, AirVPN ha criticato il Piracy Shield, sottolineando che impone agli operatori VPN di bloccare gli IP pirata senza alcun controllo giurisdizionale o possibilità di contestazione in tempo reale. Questo solleva questioni importanti riguardo alla libertà online e alla possibilità di abusi da parte delle entità autorizzate a compilare le liste di blocco.
Addio per sempre ad AirVPN
La decisione di AirVPN di cessare le operazioni in Italia a partire dal 19 febbraio è stata motivata dalla sua incapacità di aderire ai requisiti imposti dal Piracy Shield. L’azienda ha ritenuto che tali requisiti fossero eccessivamente onerosi sia dal punto di vista economico che tecnico e, inoltre, incompatibili con la politica aziendale. Il comunicato di AirVPN evidenzia un dilemma fondamentale: da un lato, la necessità di contrastare la pirateria online e proteggere i diritti dei detentori di contenuti; dall’altro, il rischio di limitare la libertà degli utenti e di introdurre meccanismi potenzialmente abusivi.
La chiusura di AirVPN in Italia è solo uno dei primi effetti visibili del Piracy Shield. La piattaforma, tuttavia, si prepara a dichiarare guerra alla pirateria online con un’arma che solleva domande importanti sul futuro di internet e della sua regolamentazione. Il dibattito non si limita alla sfera commerciale e tecnica: coinvolge questioni più ampie riguardanti la libertà di espressione, la privacy e la responsabilità delle autorità nell’applicazione delle leggi digitali.