Causale del bonifico: vietatissimo scrivere questa frase | Ti bloccano il conto per un mese e ti tocca chiedere i soldi in prestito
Devi inviare un bonifico? Ci sono alcune parole proibite nella causale: non usare mai questa se non vuoi avere problemi e disagi.
Oggi i pagamenti online sono diffusissimi e sempre più persone decidono di inviare bonifici tramite app e siti ufficiali. Recarsi in banca o in posta per eseguire un semplice bonifico ormai è diventato quasi anacronistico e la maggior parte delle persone preferisce affidarsi alla tecnologia, soprattutto per risparmiare tempo.
In generale, inviare un bonifico è semplicissimo e bastano solo pochi passaggi. Bisogna entrare nell’apposita app della banca o della posta (oppure nel sito, loggandosi con le proprie credenziali), selezionare i pagamenti, la modalità bonifico e quindi compilare i vari campi richiesti, soprattutto l’iban del beneficiario e soprattutto l’importo.
Ogni app dà la possibilità di aggiungere anche una nota scritta, ovvero una causale che spieghi le motivazioni di questo pagamento. Pensa non ci pensa, ma è meglio non usare alcune parole se non si vogliono avere problemi. Ecco che cosa è successo in Finlandia a una persona un po’ ingenua.
Bonifico online, non usare questa parola
Qualche tempo fa è salito alla ribalta il caso di un uomo finlandese che doveva fare un bonifico per un’attività culturale. In finlandese, le attività culturali che vengono svolte nelle aree scarsamente popolate si indicano con la parola “hama”. Un uomo di Helsinki doveva inviare un bonifico di 572 euro a un’associazione di questo tipo e quindi ha lasciato nella causale la scritta “hama seminaari“, ovvero “seminario hama”.
Quindi, quando ha inviato il bonifico, il sistema bancario ha rintracciato le parola “hama” vicino a “seminaari”, quindi pericolosamente vicino alla lettera “s”. Il circuito è andato in allarme, temendo che il pagamento fosse diretto al noto gruppo terroristico. Da qui, è successo il putiferio.
Bonifico online, il conto bloccato per un mese
Non appena il circuito bancario ha individuato questa causale “sospetta” ha bloccato il conto dell’uomo. Si trattava ovviamente di un semplice fraintendimento, che sembrava di semplice risoluzione, invece le cose si sono complicate sempre di più. Prima di riavere il conto sbloccato, l’uomo ha dovuto aspettare quasi un mese.
L’uomo ha attaccato il servizio clienti della propria banca, accusandola di non aver fatto il minimo sforzo per aiutarlo, nonostante la soluzione sembrasse molto facile. La banca ha riaperto il conto solo quando il datore di lavoro dell’uomo ha contattato personalmente la seconda banca, quella che aveva ricevuto il bonifico. Dato che quindi il servizio clienti può non essere efficiente, è sempre meglio scegliere con attenzione le parole quando scriviamo la causale di un pagamento.