Festival di Sanremo 2011 senza pace: censura per Tricarico?
lunedì 17 gennaio 2011 13.06
Massimo Giletti, che da quando è passato a Domenica in ha ripreso a fare il giornalista sul serio, ieri ha sganciato l’ennesima bomba sul Festival di Sanremo 2011 e, ancora una volta, si tratta di una bomba di natura politica: il cantante Tricarico sarebbe stato costretto a cambiare il testo della sua canzone, perché alcune strofe avrebbero rischiato di far arrabbiare il partito della Lega e i suoi sostenitori.
Verità o bufala finalizzata a mantenere alta l’attenzione su di un festival che ha tutte le premesse per fare un sonoro flop?
Il titolo del brano di Tricarico è stato in effetti cambiato: inizialmente figurava in elenco come La nebbia, ora invece è diventato 3 colori, con riferimento, inserito all’ultimo, ai colori della bandiera italiana. La modifica è dunque innegabile, sulle motivazioni, invece non sembra esserci accordo: l’autore del testo (Fausto Mesolella degli Avion Travel) ha infatti smentito recisamente l’ipotesi di Giletti negando pressioni e sottolineando come il testo, che a suo dire non ha mai subito modifiche, fosse comunque provvisorio.
Il brano, che parla di un padre che gioca a soldatini con il figlio, è stato concepito come canzone d’amore (paterno) da parte di Mesolella, che rivela di averla addirittura concepita come testo per Lo zecchino d’oro. Sta di fatto che i tre colori della bandiera italiana: rosso, bianco e verde, sono comunemente associati a tre fazioni politiche che poi, nella sua genesi non hanno avuto proprio nulla a che vedere, visto che il nostro vessillo trae origine dalla bandiera francese, con il verde a rappresentare la speranza e il bianco e il rosso scelti semplicemente perché contenuti nei gonfaloni delle città dei due primi ideatori del tricolore (Asti e Bologna).
Probabile quindi che l’idea di associare i soldatini ai colori della nostra bandiera si presti comunque a fraintendimenti.
A questo punto però c’è anche da considerare con quale viatico si appresta a partire il festival della canzone italiana, quest’anno, che finora è finito sotto i riflettori per: problemi di budget (tormentone Gianni Morandi sì/Gianni Morandi no), problemi di cocaina (Belen Rodriguez sì/Belen Rodriguez no, dopo l’inchiesta sulle discoteche milanesi) e problemi politici (la diatriba legata a O bella ciao e Giovinezza e adesso quest’ultima polemica sulle presunte censure leghiste). Di musica finora si è parlato veramente poco (e, d’altro canto, la lista dei partecipanti invoglia molto poco a farlo) ed è verosimile, date le premesse, che anche prossimamente si prosegua su questo binario.
Se alla fine Auditel dovesse comunque dare ragione a un Festival che si è presentato agli italiani in questa maniera, sarebbe una cosa veramente triste per l’Italia. E per di più proprio a dispetto dei 150 anni dall’unità del nostro paese che gli organizzatori si prefiggono di celebrare.
Aggiornamento: Sanremo 2011: la squadra di Morandi è pronta, ma gli italiani la seguiranno?