Nuovo Codice della Strada: revoca della patente per mancanza di requisiti morali | Può succedere anche a te, rimani a piedi dall’oggi al domani

In corso un dibattito sulla legittimità della revoca in caso di processi. - Zapster.it
In corso un dibattito sulla legittimità della revoca in caso di processi. (Adobe Stock) – Zapster.it

Se sei condannato anche a reati minori ti viene rimossa la patente (o ti viene negato di conseguirla): ma siamo sicuri che sia legittimo?

La revoca della patente di guida per motivi morali solleva un acceso dibattito sul piano legale e etico.

L’articolo 23 della Costituzione garantisce il diritto alla libera circolazione, ma la sua interpretazione in merito alla revoca della patente per ragioni non strettamente legate alla sicurezza stradale è da sempre oggetto di intense controversie.

La legge, pur delineando criteri per la valutazione dei requisiti morali, si trova ora al centro di un’analisi accurata da parte degli esperti in diritto costituzionale.

Quest’analisi potrebbe aprire nuovi scenari nel campo della legislazione sulla guida, sollevando interrogativi sul bilanciamento tra sicurezza pubblica e diritti individuali.

Se sei stato condannato non puoi avere la patente

Il rilascio della patente di guida è un tema di grande rilevanza nel contesto giuridico italiano, con numerosi dibattiti che hanno interessato la dottrina e la giurisprudenza nel corso degli anni. In particolare, l’articolo 120 del Codice della Strada ha attirato l’attenzione per le sue implicazioni sulla possibilità di ottenere la patente in relazione a condanne penali e misure di sicurezza personali.

Secondo l’art. 120 comma 1 del D.Lgs. 285/1992, noto come “Codice della Strada”, infatti, sono esclusi dal conseguimento della patente coloro che sono stati condannati per determinati reati o che sono stati sottoposti a misure di sicurezza o prevenzione. Questo articolo ha sollevato interrogativi sulla natura vincolante dell’accertamento dei requisiti morali e sulla competenza giurisdizionale per i relativi provvedimenti.

Come si evolverà la situazione? - Zapster.it
Come si evolverà la situazione? (Adobe Stock) – Zapster.it

Contestazioni sul diniego, mentre la revoca…

Il dibattito si è intensificato a seguito di mutamenti giurisprudenziali riguardanti la revoca della patente già ottenuta. La Corte Costituzionale, con diverse sentenze, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di disposizioni che prevedevano la revoca automatica della patente, dando maggior rilievo alla discrezionalità nell’esercizio del potere amministrativo. Tuttavia, se da un lato la giurisprudenza ha chiarito che il diniego del rilascio della patente è un atto vincolato, dall’altro sono sorte incertezze riguardo alla competenza del giudice amministrativo o ordinario per i diversi tipi di provvedimenti. Mentre per il diniego sembra prevalere la competenza del giudice ordinario, per la revoca la questione rimane dibattuta.

Una delle questioni più controverse è stata sollevata dalla Corte Costituzionale riguardo al diniego automatico della patente per coloro che sono stati sottoposti a misure di prevenzione o condannati per reati di droga. Tale prassi sembra escludere la valutazione di circostanze individuali e il principio di rieducazione del condannato sancito dall’art. 27 della Costituzione. Inoltre, si è sollevato il problema della disparità di trattamento tra soggetti che hanno commesso gli stessi reati ma che hanno seguito procedure processuali diverse. Questo solleva dubbi sulla legittimità costituzionale del diniego automatico e sottolinea la necessità di considerare attentamente le circostanze individuali di ogni caso.