Tom Cruise e Scientology indagati dall’FBI per plagio e schiavitù?
mercoledì 9 febbraio 2011 17.27
L’FBI starebbe indagando su Scientology da circa un anno. Non si tratta della prima inchiesta sulla setta fondata dallo scrittore di fantascienza Ron Hubbard e di per sé la cosa non farebbe nemmeno notizia, almeno non più di tanto, non fosse che questa volta sulla graticola giudiziaria è finito anche Tom Cruise.
Stando a quanto dichiarato dal regista e sceneggiatore Paul Haggis (premio oscar nel 2006 per Crash – contatto fisico, autore anche dei copioni degli ultimi film di James Bond), infatti, adepti della setta avrebbero lavorato come schiavi per quasi un anno nelle proprietà immobiliari di Cruise, sulle sue motociclette e persino sulla sua barca per qualcosa come 50 dollari alla settimana.
Si trattava, a quanto pare, di “campi rieducativi”, cui gli adepti che avevano mancato di applicare alcuni fondamentali precetti di Scientology erano invitati caldamente a partecipare.
La storia personale di Haggis è tuttavia ancora più agghiacciante e riguarda non solo la star, ma anche la moglie (l’attrice Deborah Renard) e i figli: Haggis un tempo faceva parte di Scientology, al pari dei suoceri, quando però questi ultimi abiurarono, la setta pretese che Haggis e famiglia tagliassero tutti i ponti con loro.
I suoceri del regista non potevano nemmeno vedere i nipotini, stando alle richieste di Scientology, ma quelli decisero di presentare istanza a un tribunale.
La cosa andò avanti per un anno, finché Haggis, esasperato da una situazione che stava dilaniando la sua famiglia, non decise di abbandonare Scientology.
Questo almeno è quanto dichiarato da Haggis in un’intervista al New Yorker risalente alla fine del 2009.
Ma, come ricordato prima, Haggis ha deciso di vuotare completamente il sacco e non solo sulla propria tragica esperienza personale e in quella prima breccia, a quanto pare, l’FBI deve aver deciso di infilarsi.
Scientology ha dal canto suo smentito che l’inchiesta sia mai stata aperta, dichiarando che, in realtà, la denuncia, che a loro risulta già archiviata dalle corti federali per insussistenza del fatto, sarebbe partita dallo stesso Haggis e non già da indagini autonomamente svolte dalla polizia federale statunitense.
Staremo a vedere: se hanno ragione loro la cosa non avrà nessun seguito, in caso contrario è assai improbabile che i giornali finiscano di occuparsene tanto presto…