Sanremo follia: ora cantano O bella ciao e Giovinezza

 

giovedì 4 novembre 2010 11.00


A volte è meglio ammettere di aver toppato, piuttosto che insistere pervicacemente nell’errore e continuare a dire e fare corbellerie, ma, evidentemente, tra politici e organizzatori del prossimo Festival di Sanremo, l’orgoglio abbonda molto più del buon senso.

Dopo l’annuncio dato ieri da Gianni Morandi, che una delle serate del Festival sarebbe stata dedicata all’unità d’Italia e che in quell’occasione si sarebbe cantato il brano O bella ciao, c’è stato un mezzo sollevamento popolare, per altro facilmente preventivabile, visto che quello della lotta partigiana è un capitolo tuttora molto controverso e dibattuto della nostra storia recente. Insomma: anziché celebrare l’unità, sembrava che il resuscitare l’inno dei partigiani (di sinistra) potesse invece far prevalere gli elementi di divisione del paese.

A questo punto la pensata geniale, tirata fuori dal dinamico duo Mazzi-Morandi: siamo in par condicio, no? E allora insieme a O bella ciao cantiamo Giovinezza, altro inno, ma di ben altra parrocchia, visto che stiamo parlando di quello che, a torto o a ragione, viene identificato come inno del partito fascista.

Come dire che in Italia se non sei di sinistra, sei per forza fascista. Davvero un bel modo di celebrare e concepire l’unità nazionale.

La cosa divertente è che nessuno si è sognato di chiedere ai due gestori del Festival di rinunciare a simili sciocchezze e di trovare modi differenti di celebrare l’unità d’Italia. In fin dei conti abbiamo un inno nazionale, perché tra tante canzoni cantabili a quello non si è pensato?

Niente da fare: il ministro La Russa, che ha confessato di essere stato il promotore della giornata del Festival dedicata all’unità d’Italia ha trovato l’esecuzione delle due canzoni addirittura una buona idea, dichiarando che “le due canzoni sono state cantate da milioni di italiani“. Non c’è dubbio, ma adesso chi le canta più e a cosa vengono associate?

E poi, come ha argutamente ricordato qualche commentatore, perché allora dimenticarsi perle come Maramao perché sei morto che, se non altro, sono più simpatiche?

Forse perché, per parafrasare il Manzoni dei Promessi Sposi, viviamo anche noi in tempi in cui il buon senso c’è, ma se ne sta nascosto per paura del senso comune


Aggiornamento: Né Giovinezza, né O bella ciao a Sanremo