Morte di Michael Jackson: il medico rinviato a giudizio per omicidio colposo
mercoledì 12 gennaio 2011 12.15
Alla fine, tanto all’ex-medico di Michael Jackson, il cardiologo Conrad Murray, quanto ai fan del compianto re del pop la giustizia americana propone un bicchiere mezzo vuoto, o mezzo pieno (come sempre dipende dai punti di vista): Murray sarà processato per omicidio colposo, rischiando così un massimo di quattro anni di carcere e, nel frattempo, potrà continuare a esercitare la professione medica, con la sola eccezione della facoltà di sedazione, che il giudice dell’udienza preliminare gli ha revocato.
Questo significa due cose: anzitutto che le prove a discarico di Murray per quel che riguarda l’omicidio volontario sono solide. Gli avvocati del medico sono evidentemente riusciti a dimostrare che, se Michael Jackson è morto per avere in corpo una dose eccessiva di anestetico, quella dose non gli è stata iniettata direttamente da Murray, il quale verrà processato per aver “abbandonato” il proprio paziente e per aver successivamente tentato di nascondere il proprio operato.
La seconda logica deduzione è che, proprio come sostengono i fan, la pratica di somministrare un anestetico al di fuori della sala operatoria di un ospedale, cui Murray è ricorso allegramente nei confronti di Jackson, è tutt’altro che normale e pertanto meritoria di ulteriori approdondimenti da parte della magistratura americana.
Ciò dettto, rimane però aperto uno scenario inquietante: chi ha realmente causato l’overdose di Michael Jackson?