Eredità unico figlio, per legge i soldi non vanno tutti a lui: ecco chi se li becca

Eredità, che guaio: molto spesso crea più problemi di quanti ne risolve. I lasciti sono spesso un problema molto pesante da gestire. Tra liti e guerre sui beni. Ma se c’è un solo figlio, un solo erede? Anche in questo caso, purtroppo.

Se ho un unico figlio, per legge i soldi non vanno tutti a lui: ecco come mai, e soprattutto, la doccia fredda: ecco chi se li becca.

Molti credono che, in assenza di altri fratelli o sorelle, l’unico figlio erediti automaticamente tutti i beni dei genitori. In realtà, la legge italiana sulla successione è più complessa di quanto si possa pensare.

Anche se sei l’unico erede diretto, non è detto che tutto vada a te: ci sono altri soggetti che, secondo la legge, possono avere diritto a una parte dell’eredità.

Quello di cui parliamo è il caso della successione legittima: cosa prevede la legge? E soprattutto, di che cosa stiamo trattando nel merito? Chiariamolo.

Unico erede, ma non ha diritto a tutti i soldi

Quando una persona muore senza lasciare testamento, si apre quella che viene definita successione legittima. In questo caso, il Codice Civile stabilisce un ordine preciso di chiamata all’eredità. Se il defunto lascia un coniuge e un figlio unico, l’eredità si divide tra loro: la metà al coniuge, l’altra metà al figlio. Se il coniuge non è più in vita, il figlio unico diventa erede universale.

Ma attenzione: se ci sono altri parenti stretti, come i genitori del defunto (quindi i nonni del figlio), oppure fratelli e sorelle del defunto, non sempre sono automaticamente esclusi. Il coniuge ha sempre diritto a una quota di legittima, che non può essere negata neanche da un testamento. Nella situazione più comune in cui ci sia un unico figlio e un coniuge, l’eredità si divide 50% a testa. Anche se i rapporti familiari non erano buoni, la legge protegge questi diritti, e non è possibile escludere il coniuge dalla successione se non in casi eccezionali (ad esempio, separazione con addebito o divorzio concluso).

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E se c’è un testamento?

Chi lascia un testamento può decidere come distribuire la parte disponibile dei suoi beni. Ma attenzione: non può disporre liberamente di tutta l’eredità se ci sono eredi legittimari, come il coniuge o i figli. La legge prevede infatti che al figlio unico spetta almeno il 50% del patrimonio (quota legittima), e al coniuge spetta un altro 25% minimo.

Solo il 25% restante può essere liberamente destinato ad altri, ad esempio a un nipote, un amico, o un’associazione. Quindi, anche con testamento, non puoi “lasciare tutto al figlio” se c’è un coniuge in vita. Se il defunto non era sposato, né aveva figli, allora i genitori, i fratelli o sorelle possono entrare nella successione. Ma se c’è un solo figlio e nessun coniuge, allora sì: tutta l’eredità va al figlio, salvo testamento contrario. E se il defunto viveva con un partner non sposato? Il convivente di fatto non ha diritto automatico all’eredità, a meno che non venga nominato nel testamento. Questo è un punto importante da tenere a mente: per tutelare un compagno o compagna non sposati, serve un atto scritto.