O’ Jerusalem(2006)
Se io ti dimentico, O Gerusalemme,/ possa la mia mano destra seccarsi/ e la mia lingua attaccarsi al mio palato.
Questi versi tratti dal samo 137 spiegano meglio di tante parole l’importanza che ha, nel cuore di tante persone, una città che, suo malgrado, è divenuta simbolo di tutti i principali confitti e le divisioni dell’epoca successiva alla seconda guerra mondiale. Divisioni di cui è probabilmente inutile cercare una sintesi, come quelle tra i protagonisti del film – Bobby Goldman, ebreo newyorkese, e Said Chahine, arabo di origine palestinese. I due, amici e animati da rispettive speranze per l’avvenire, si imbarcano insieme su una nave diretta alla volta della Terra Santa alla viglia del conflitto arabo-isrealiano del 1948, origine del nuovo stato di Isreale.