I furboni si prendono il congedo retribuito con questo trucchetto | 30 giorni di stipendio senza fare una emerita mazza: gleli paghi tu

Ecco come ci fregano. - Zapster.it
Ecco come ci fregano. (Deposit Photos) – Zapster.it

Essere pagati senza lavorare? Si può, almeno per questa categoria: peccato danneggino la credibilità (e le tasche) degli altri…

In un’epoca in cui l’etica lavorativa dovrebbe essere al centro delle nostre priorità, emergono sempre nuovi stratagemmi utilizzati da alcuni individui per eludere le proprie responsabilità professionali.

Tra le molte tattiche astute, una in particolare sta facendo scalpore: permette ai “furboni” di ottenere un congedo retribuito di 30 giorni senza muovere un dito: un mese intero di stipendio, a carico del datore di lavoro e, in definitiva, dei contribuenti, per chi lavora nel settore pubblico.

Questo trucchetto, subdolo e apparentemente legale, mette in luce le falle nel sistema e la mancanza di controllo che permette a pochi di approfittarsi della buona fede di molti. Mentre i colleghi onesti lavorano sodo, questi individui godono di una vacanza pagata, sollevando domande su come sia possibile che simili inganni non vengano immediatamente individuati e corretti.

Ma qual è esattamente questo trucco? E come possiamo proteggere il sistema da tali abusi?

Con questo cavillo riescono ad essere pagati senza lavorare

Nel 2024, come ogni anno, la politica italiana è stata afflitta dal problema delle liste elettorali farlocche composte prevalentemente da militari. Questo fenomeno, che persiste da tempo, si manifesta nei comuni con meno di 1.000 abitanti, dove vengono presentate liste elettorali formate quasi esclusivamente da militari o appartenenti alle forze armate, spesso estranei rispetto al comune in cui le liste stesse vengono presentate. Per comprendere meglio la problematica e ipotizzare soluzioni, è necessario esaminare le cause alla base del fenomeno.

La Costituzione italiana tutela l’elettorato attivo e passivo, garantendo a ogni cittadino il diritto di votare e candidarsi alle elezioni. Per rendere effettivo questo diritto, il legislatore ha facilitato l’accesso all’elettorato, prevedendo congedi per i lavoratori candidati alle elezioni. Questa misura intende evitare che la politica diventi appannaggio di una ristretta élite. Tuttavia, mentre i dipendenti pubblici e privati godono solo di un breve periodo di congedo retribuito, con un eventuale ulteriore periodo di aspettativa non retribuita, esistono eccezioni significative per i militari e le forze di polizia. L’art. 81 della legge 121/1981 e l’art. 1484 del Codice dell’Ordinamento Militare prevedono per questi gruppi un periodo di aspettativa totalmente retribuito per l’intera durata della campagna elettorale.

La piaga delle finte liste. - Zapster.it
La piaga delle finte liste. (Deposit Photos) – Zapster.it

La proposta per rimediare attende la Camera

Questa disparità crea un incentivo per i militari a formare liste elettorali farlocche nei comuni con meno di 1.000 abitanti, dove non è necessaria la raccolta di firme per presentare una lista. Di conseguenza, alcuni militari, non residenti nel comune, possono accordarsi per presentare liste elettorali fittizie, beneficiando dei periodi di congedo retribuiti. Per affrontare questo problema, nella precedente legislatura il senatore della Lega Luigi Augussori ha proposto una legge per estendere l’obbligo di raccolta firme anche ai piccoli comuni. La proposta non è stata approvata dalla Camera dei deputati, ma è stata nuovamente avanzata dalla senatrice Daisy Pirovano nella legislatura attuale. Il testo è stato approvato dal Senato e ora attende il vaglio della Camera.

La Campania è una delle regioni più colpite dal fenomeno, con numerose liste farlocche presentate in piccoli comuni. Marco Bussone, presidente dell’Unione nazionale comunità ed enti montani, ha sollecitato un maggiore intervento governativo, sottolineando che queste liste danneggiano sia i candidati legittimi sia le comunità locali. La proposta di legge per estendere l’obbligo di raccolta firme potrebbe rappresentare un passo avanti significativo per contrastare questo fenomeno. Tuttavia, sarà necessario attendere la fine delle elezioni amministrative di giugno per vedere se la nuova normativa verrà finalmente adottata.