Naspi, nuova decisione della Cassazione ribalta tutto: per perdere l’indennità di disoccupazione basta niente | L’INPS sta facendo una strage

INPS - Depositphotos - Zapster.it
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Ricevi la NASPI? Stai molto attento a rispettare tutti i requisiti o rischi di perderla con un nonnulla. Ecco cos’è successo a un ex dipendente.

Per tutti i lavoratori dipendenti lo Stato italiano mette a disposizione la NASPI quando perdono il lavoro contro la propria volontà. Di fatto la NASPI è un contributo che viene erogato ogni mese su un calcolo basato sullo stipendio che si aveva in precedenza. La NASPI corrisponde al 75% della retribuzione mensile se questa era superiore a 1.425 euro. A questo 75% si aggiunge un 25% se lo stipendio mensile non superava questa cifra. Il 25% si calcola facendo la differenza tra 1.425 euro e lo stipendio che si percepiva.

La durata della NASPI è pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni e di fatto è pensata per dare un sussidio al lavoratore finché non trova un nuovo lavoro. Per ottenerla, bisogna rispettare alcuni requisiti ma quello fondamentale consiste nella perdita di lavoro non volontaria o per licenziamento per giusta causa. In pratica, se ti licenzi perché semplicemente vuoi cambiare lavoro, non puoi sperare nella NASPI finché non ne trovi un secondo.

Tuttavia, finché si riceve la NASPI bisogna stare attenti a rispettare bene la legge prevista. Di recente, infatti, ha fatto molto discutere il caso di un uomo che potrebbe perderla.

NASPI, quando si rischia di perderla

Negli ultimi giorni la Cassazione si è espressa sul caso di un dipendente che potrebbe non avere più diritto alla NASPI in seguito ad alcune scoperte perché non avrebbe comunicato all’INPS di aver svolto per qualche tempo delle attività di lavoro autonomo mentre percepiva il sussidio.

Di fatto, quindi, per un certo periodo di tempo questa persona ha ricevuto due “stipendi”: uno da parte delle attività di lavoro autonomo e l’altro dallo Stato tramite il sussidio di disoccupazione. In realtà queste due situazioni possono coesistere, ma bisogna rispettare alcune regole.

Sito Ministero - Depositphotos - Zapster.it
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NASPI, si può lavorare mentre la si percepisce?

In teoria, se si lavora, anche in maniera autonoma, non si avrebbe diritto alla NASPI. Tuttavia, se si tratta di lavoro autonomo per cui non si richiede partita IVA e per cui non si supera la cifra di 5.000 euro annui, allora si può fare. Tuttavia, la legge prevede che queste attività lavorative vengano comunicate per tempo all’INPS, almeno a un mese dalla richiesta. Si parla, però, di un lavoro autonomi che deve preesistere dalla richiesta di disoccupazione.

Nella dichiarazione all’INPS bisogna anche dichiarare il reddito che si stima di ottenere nel corso dell’anno da queste attività, altrimenti scatta subito la perdita della NASPI.