INPS, Marzo pazzo con aumenti netti per l’anticipo Irpef | Ecco cosa ti spetta
Riforma IRPEF: aumenti nei cedolini pensione di marzo 2024, ma per qualcuno arriva un’amara sorpresa: promesse non mantenute.
Le riforme fiscali sono sempre dietro l’angolo, spesso a beneficio dei cittadini, ma talvolta in esclusione di ampie categorie di individui.
Il mese di marzo del 2024 ha portato con sé non solo i tanto attesi cedolini della pensione, ma anche una serie di sorprese per molti pensionati italiani.
Non tutti però possono dire di essere stati soddisfatti dalle modifiche preannunciate alla tassazione IRPEF.
Mentre alcuni hanno gioito per l’aumento del netto anticipato, altri si sono trovati di fronte a una brutta sorpresa: un netto inferiore nonostante la tanto chiacchierata riforma dell’IRPEF. Ecco spiegato il perché.
Se l’IRPEF è stato modificato, perché il netto è più basso?
La spiegazione di questo fenomeno è piuttosto semplice. L’INPS ha deciso di anticipare nel cedolino di marzo la riforma IRPEF a tre aliquote, estendendo l’aliquota al 23% anche allo scaglione di redditi compresi tra 15.000 e 28.000 euro, in sostituzione della vecchia aliquota al 27%. Questo cambiamento ha portato ad un aumento del netto per alcuni, ma per altri ha comportato una riduzione, nonostante le aspettative.
Nel cedolino di marzo sono stati inclusi anche gli arretrati, come il conguaglio a credito, per sistemare la tassazione di gennaio e febbraio. Gli aumenti netti con arretrati possono arrivare fino a circa 65 euro al massimo, ma il netto complessivo può riservare sorprese sgradevoli, poiché sul netto incidono anche altre imposte oltre all’IRPEF ordinaria, come l’addizionale comunale in acconto, che in moltissimi comuni è stata maggiorata, e i conguagli a debito riferiti al 2023, che per molti continueranno ad essere tassati mensilmente fino all’esaurimento del debito.
Calcoli errati, dall’INPS silenzio stampa
Ci sono stati numerosi casi in cui la nuova IRPEF non è stata applicata correttamente. Le segnalazioni fatte all’INPS non hanno ancora trovato riscontro, lasciando molti pensionati ancora in attesa di una soluzione. È importante ricordare che la riforma dell’IRPEF è applicata solo a coloro che hanno un reddito superiore ai 15.000 euro annui. Pertanto, molti soggetti come percettori della pensione minima o della pensione di invalidità potrebbero non aver beneficiato direttamente di questa riforma, contribuendo così a creare una disparità tra i beneficiari e coloro che sono stati esclusi.
Questa situazione ha generato un dibattito acceso su come vengono gestite le riforme fiscali e su come queste influenzino i redditi dei pensionati. Molti si sono trovati ad affrontare difficoltà economiche aggiuntive a causa di questa discrepanza tra l’attesa e la realtà dei cedolini pensione. Resta da vedere come le autorità competenti risponderanno alle segnalazioni e alle preoccupazioni sollevate da questa situazione, e se verranno adottate misure correttive per garantire un trattamento equo per tutti i pensionati italiani.