Michele Santoro: disposto a fare ancora Anno Zero a un euro a puntata
venerdì 10 giugno 2011 12.28
Bisogna dare atto a Michele Santoro di avere piena contezza di come si debba stare in scena e di che cosa sia un colpo di teatro.
Bisogna anche dargli atto di avere ottima padronanza delle figure retoriche, soprattutto del paradosso, della preterizione e della reticenza, di cui ieri ha fornito diverse declinazioni nel suo discorso d’addio, che manco Marco Antonio nel Giulio Cesare di shakespeariana memoria:
Presidente Galimberti, le devo dire una cosa – è bene che tutti quelli che ci stanno ascoltando la capiscano: ho fatto un accordo che metteva fine alla vicenda giudiziaria, ma in questo accordo c’è scritto a lettere maiuscole “Santoro può continuare a collaborare con la RAI”. Attenzione, eh?! Presidente Galimberti: anche da domani! Attenzione, colleghi della RAI: anche da domani!
Allora mi piacerebbe che lei, che è artefice del suo destino, come io lo sono del mio, ma dovremmo essere insieme artefici del destino della RAI, la facesse questa discussione nel suo consiglio di amministrazione e una buona volta vorrei capire se una trasmissione come questa la volete, o non la volete.
Non voglio portare in piazza i nostri colloqui riservati, perché voglio essere buono con lei, però vorrei che lei questa posizione la prendesse pubblicamente, ne discutesse con il consiglio, adesso che siete liberi, adesso che i giudici non ci sono più dietro la porta.
La volete o non la volete questa trasmissione? Perché io non ho ancora firmato con nessun altro editore e quindi, da domani, teoricamente, potrei essere disponibile a riprendere questo programma al costo di un euro/puntata nella prossima stagione.
Guardi, Galimberti: un euro/puntata nella prossima stagione.
Altrimenti, ognuno faccia quello che vuole.
Un discorso che ha senz’altro sortito il suo effetto, visto che ieri Santoro è riuscito a battere il suo record, raggiungendo il 32% di share, con oltre otto milioni di italiani incollati davanti al televisore.
Ora vedremo cosa accadrà: non sarebbe la prima volta che Santoro se ne va dalla RAI per poi farvi ritorno, qualche anno fa andò addirittura alla corte di Silvio Berlusconi (con ben magri risultati, ma del resto: pecunia non olet), questa volta, probabilmente, sarà il turno di La 7 e senz’altro là si parrà della nobilitate del conduttore salernitano, visto che finora è riuscito a sbancare l’Auditel soltanto in RAI.
Quindi presto avremo il responso: è stato Santoro a rendere grande la RAI, o è stato il palcoscenico della tv di stato a rendere grande Santoro?