David di Donatello: candidature radiocomandate per l’Unità d’Italia

 

venerdì 8 aprile 2011 12.21


Può un film che al botteghino ha incassato meno di un milione e mezzo di euro, venendo accolto tiepidamente da critica e pubblico, sbancare, in termini di nomination, in occasione delle assegnazioni del più prestigioso premio cinematografico nazionale?

La risposta è che, se siamo in Italia, può eccome. Intendiamoci: nulla contro Noi credevamo, che rimane un film decoroso, con un cast di tutto rispetto, ma l’unico motivo che sembra avergli guadagnato la prospettiva di far man bassa ai David di Donatello è il fatto che parli dell’Unità d’Italia nell’anno in cui si festeggia il 150esimo anniversario della stessa. E i nostri politici (tutti, nessuno escluso) hanno deciso che questo deve essere il leit-motiv che ci accompagnerà per tutto il 2011.

Anche qui: nulla da dire sui festeggiamenti sacrosanti, ma non si rischia di essere un po’ stucchevoli a voler forzatamente sbattere la cosa sotto il naso degli italiani a ogni pie’ sospinto?

E poi, a voler vedere bene, non è che poi il paese non risenta di errori “strutturali” fatti già nel 1861: del resto fu lo stesso Massimo D’Azeglio a commentare, all’indomani dell’Unità “abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli italiani” e non è che gli si possa dare granché torto, visto che oggi a 150 anni di distanza i momenti e i motivi di maggiore unità del paese sono veramente poca cosa: i campionati di calcio del mondo, alcune passioni italiche (come la cucina o la bella vita), un generale fanfaronismo per cui siamo semplicisticamente conosciuti all’estero… certo mica un granché da festeggiare, purtroppo.

Basteranno 13 statuette date a un film che pochi hanno guardato (e ancor meno guarderanno in futuro) a cambiare la sostanza?

Ai posteri…