Film Tatanka. Clemente Russo: la sospensione? Poteva andarmi anche peggio…

 

giovedì 5 maggio 2011 10.38


In occasione della presentazione del film Tatanka, tratto dal libro La bellezza e l’inferno di Roberto Saviano, il pugile Clemente Russo, argento ai giochi olimpici di Pechino è tornato sulla questione della sua sospensione per sei mesi (il massimo previsto dal regolamento di disciplina) dalla Polizia di Stato e, conseguentemente, dal gruppo sportivo delle Fiamme Oro.

In realtà prima di subire la sospensione per sei mesi ho rischiato peggio l’articolo 7, la deplorazione – ha dichiarato alla stampa. A beneficio di chi non conosca il regolamento di disciplina della polizia precisiamo che le conseguenze immediate della deplorazione sono nettamente inferiori, perché, per esempio non c’è sospensione dello stipendio (anche se c’è una pena pecuniaria), ma quelle sul lungo termine possono essere inferiori , perché c’è un anno di ritardo automatico sugli scatti di stipendio, mentre nel caso della sospensione tale periodo è pari a quello della sospensione, mentre quanto a eventuali promozioni il periodo di ritardo può arrivare fino a tre anni (ma non è automatico). Pare poco probabile, comunque, che in futuro la carriera militare di Russo non sia destinata a subire notevoli rallentamenti e rimane il fatto che quanto a gradazione della punizione la sospensione viene considerata molto più grave ed è un gradino sotto la destituzione, ovvero il licenziamento.

Che si sia quindi sbagliato Russo? Forse intendeva dire di aver rischiato la destituzione.

Quanto al perché della sua sospensione, è arrivata una precisazione: la polizia di stato non avrebbe gradito una delle scene iniziali del film in cui un delinquente del casertano viene torturato e ucciso da alcuni agenti.

Il regista ha così spiegato il suo punto di vista: Quella scena in realtà è una cosa avvenuta davvero, non in Campania ma in Sicilia.