Attenzione a questa nuova app: la usano gli stalker per tartassare le loro vittime | Conoscono la loro geolocalizzazione
Ci sono alcune celebri app che permetto di geolocalizzare gli utenti: ecco la tecnica che utilizzano gli stalker.
Negli ultimi anni il fenomeno dello stalking è in preoccupante aumento. Ma lo sono anche le norme finalizzate alla protezione delle vittime di questo reato sempre più dilagante, soprattutto nei confronti delle donne. Basti pensare che sono quasi 3,5 milioni quelle che hanno subito stalking in Italia, pari al 16% della popolazione di sesso femminile.
Come se non bastasse, a peggiorare la situazione sono arrivati i social media e in particolar modo alcune app che permettono ai criminali di geolocalizzare le proprie vittime. Si tratta nello specifico di dating app, che vengono per l’appunto utilizzate per incontrare un potenziale partner.
SI è scoperto però che tramite i filtri presenti su queste piattaforme, è possibile individuare la posizione di una persone con una precisione fino a 2 metri. Ciò ovviamente mette a rischio la sicurezza degli utenti permettendo agli stalker di proprio questa funzionalità per rintracciare il soggetto di loro interesse.
Lo studio conferma la pericolosità delle app di incontri
L’Università KU Leuven in Belgio ha condotto uno studio in cui sono state prese in esame 15 differenti app di incontri basate sulla localizzazione. Tra queste c’erano Bumble, Badoo, Grindr, Hinge e happn, tutte accomunate dal fatto che sia possibile individuare la posizione pressoché esatta degli utenti.
Attraverso un’analisi dettagliata, i ricercatori hanno scoperto che le app, pur non condividendo direttamente le posizioni esatte sui profili di questi ultimi, utilizzano dati precisi per le funzioni di “filtro” contenute all’interno delle medesime app. Questi filtri permettono agli utenti di personalizzare il loro matchmaking in base a criteri come l’età, l’altezza, il tipo di relazione che stanno cercando e, soprattutto, la distanza.
Come gli stalker possono trovare gli utenti
Per individuare la posizione esatta di un utente, i ricercatori hanno utilizzato una tecnica chiamata trilaterazione oracolare, che si basa su un sistema simile a quello utilizzato nel GPS ma con un approccio adattato. In poche parole, funziona utilizzando tre punti e misurando la loro distanza relativa dall’obiettivo. In questo modo si creano tre cerchi che si intersecano nel punto in cui si trova l’obiettivo.
Inizialmente il presunto aggressore stima la posizione approssimativa della vittima in base alle informazioni disponibili nel suo profilo. A questo punto si sposta finché non viene indicato sull’app che la vittima non è più nelle vicinanze e ripete questo processo in tre direzioni diverse. In questo modo, lo stalker ottiene tre posizioni con una distanza esatta nota e può collegarle per ottenere la posizione della vittima. E’ necessario però sottolineare che le applicazioni che presentavano questi problemi sono state contattate dai ricercatori e hanno già modificato il funzionamento dei loro filtri.