Valeria Marini in I want to be a soldier

 

mercoledì 12 ottobre 2011 15.15


I want to be a soldier, piccola produzione italo-spagnola diretto da Christian Molina, è un film che s’interroga su quello che è a tutti gli effetti un quesito assai spinoso, cioè se la violenza proposta dal cinema e dalla televisione possa, in qualche modo, influenzare i più giovani al punto da spingerli a commettere atti criminali: è una domanda alla quale non esiste ancora una risposta certa e il dibattutto è tuttora aperto, tuttavia Molina ha veicolato la propria visione della cosa per mezzo del suo film che, in sala da questo week-end, contiene anche l’inedita partecipazione di Valeria Marini nei panni di un’insegnante severa.

La Marini, che è anche co-produttrice del film, si è buttata a capofitto in quest’impresa, poiché crede molto nel tema proposto: la soubrette ha infatti affermato che non si tratta affatto di una pellicola – denuncia contro la televisione, bensì di una che affronta tematiche importanti e attuali come il modo in cui la tv veicola le informazioni, o come i genitori dovrebbero proteggere i loro figli da ciò che viene trasmesso sullo schermo, o ancora come le immagini di violenza vengono percepite dai più giovani.

Tuttavia, ciò non toglie la paradossalità della cosa: ovvero che il film, stante tutti i suoi buoni propositi, rischia comunque di essere vietato ai minori di quattordici anni.