Il vincitore di Venezia? Ovvio: il Web

 

venerdì 13 ottobre 2000 15.55


Questa 57esima edizione del Festival di Venezia è stata memorabile non solo perché l’edizione del millennio, ma anche per il nuovo mondo che si sta radunando intorno alla kermesse. Lo sbarco delle star al lido, addirittura anticipato sulla tabella di marcia (il divo Clint e Sharon Stone arrivati prima del previsto), l’assegnazione dei leoni – commovente la consegna del leone d’oro alla carriera a Clint Eastwood con il pensiero che correva a un altro Leone, Sergio, il suo patrono – e il tourbillon di eventi mondani vissuti in diretta: l’impero dei media non ha risparmiato emozioni. La consacrazione ufficiale del grande schermo è stata per Internet: l’effetto web ha suscitato grande interesse attorno al Duboicolor, la nuova tecnica di post produzione digitale del film di Sally Potter e la 2a edizione del Future Film Festival Digital Award, concorso non ufficiale riservato agli effetti speciali, ha conquistato il suo posto al sole. Sono state infatti molte le pellicole proiettate che ne hanno dato prova dallo stesso film della Potter, “The man who cried”, all’acclamatissimo “Space Cowboys”, fino al ricercato “Thomas est amoreaux” di Pierre Paul Renders, solo per citarne alcuni.