Spiegò al mondo come installare Linux su PS3. Ora rischia la galera

 

mercoledì 22 giugno 2011 18.54


A volte le multinazionali si comportano un po’ come lo sceriffo di Sherwood: prepotenti con i deboli, deboli con i potenti. Capita così, come tutti sanno, che alcuni hacker siano riusciti a mettere in crisi Sony, “oscurando” il suo Playstation Network per diverse settimane, facendola franca (almeno per il momento), dopo aver causato danni che, tuttora, non sono stati realmente quantificati. Intanto però chi dalle pagine del suo blog aveva fornito spiegazioni su come installare il sistema operativo Linux sulla Playstation 3 ora rischia la galera.

Avete letto bene: ad Alexander Egorenkov, al secolo Graf_Chokolo, coder colpevole di aver infranto i sistemi di sicurezza interni della console Sony, con la finalità di dare agli utenti la possibilità di installare sistemi operativi “free” come Linux, in pratica trasformando la PS3 in un computer, Sony ha chiesto un risarcimento di un milione di dollari, trascinandolo in una battaglia legale di cui il programmatore non può più sostenere le spese, di qui la non remota possibilità che Egorenkov sia costretto a rinunciare alla difesa e acccomodarsi in galera.

Tutto ciò che il coder ha potuto fare, sulle pagine del suo blog ormai chiuso dall’FBI, è stato richiedree un sostegno economico ai tanti sostenitori della sua causa.

Queste le parole di Graf_Chokolo:

Ragazzi, non ho mai voluto prendere soldi da nessuno per il mio lavoro. E ho sempre condiviso il mio lavoro e il mio codice con gli sviluppatori della PS3 e la comunità. Come sapete, do recente stavo lavorando per riportare Linux sulla PS3, ma sfortunatamente SONY è riuscita a fermarmi. Molti di voi hanno offerto donazioni per aiutarmi a continuare il mio lavoro e ho sempre declinato, come sapete. Ma ora ho davvero bisogno del vostro aiuto e supporto in questa battaglia contro SONY. Per favora aiutatemi a pagare le mie parcelle legali che sono immense, perché io non ce la faccio a pagarle da solo.

Per carità: Sony ha tutto il diritto di tutelare i suoi investimenti e le sue proprietà intellettuali, ma forse una tale ferocia e severità più che nei confronti di un nemico già vinto, sarebbe stata meglio utilizzarla nei confronti di chi ha arrecato danni ben più seri.

Qualcuno magari dirà che il lavoro pionieristico di Egorenkov è stato prodromico a quello di chi poi ha devastato il Playstation Network. Forse, ma non va dimenticato che la responsabilità penale è individuale e che non è stato Egorenkov a violare il PSN.

E nemmeno a infilare falle nel sistema di sicurezza Sony, se è per questo.

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Redazione