giovedì 24 febbraio 2011 18.31
Brutte, anzi bruttissime notizie per il papà di Wikileaks Julian Assange: le corti londinesi hanno infatti deciso di concedere l’estradizione del giovane hacker australiano alla Svezia, che intende processarlo per stupro.
Ricordiamo che la denuncia per violenza sessuale deriva da una peculiarità delle leggi scandinave, secondo le quali, anche se il rapporto sessuale si è consumato con il consenso di entrambe le parti, qualora uno dei due interessati si rifiuti, su richiesta dell’altro, di sottoporsi a test dell’AIDS, tale rigetto si trasforma automaticamente in stupro. Sembra folle, ma, come si dice paese che vai, usanza che trovi…
Solo che Assange non ne ha tenuto conto e ora si trova nei guai fino al collo, anche perché è più che probabile che in Svezia non venga mai processato, visto che, qualora dovesse mettervi piede, verrebbe immediatamente consegnato alle autorità statunitensi, che a loro volta hanno già chiesto alla Svezia il diritto di estradare il promotore di Wikileaks negli USA, per poterlo “processare” (si fa per dire) per spionaggio.
Inevitabile quindi, il ricorso presentato dai legali di Assange, il quale, dal canto suo, non ha perso l’occasione per gettare ombre sull’ordinamento giuridico britannico, contestandone, a suo dire, l’eccessiva facilità nel concedere estradizioni.
Una si