Gianni (Gianni di Gregorio), sessantanni ben portati, è un uomo normale, diciamo così. Ha una natura mite e unimmensa capacità di sopportazione.
È al servizio di sua moglie che lavora e ha mille impegni, della figlia che adora, del fidanzato della figlia, giovane nullafacente che si è piazzato in casa e che ormai lui ama come un figlio. Senza contare cani, gatti… Dulcis in fundo, cè sua madre, novantenne nobildonna decaduta, che si ostina a vivere nella vecchia villa alle porte di Roma senza badare a spese, con badanti che vanno e vengono.
La sua vitarella scorre monotona fra commissioni, passeggiate con il cane e faccende domestiche, del resto è in baby pensione e di tempo ne ha fin troppo. Un giorno, lamico Alfonso gli fa aprire gli occhi: tutti i suoi coetanei, ma anche quelli ben più vecchi di lui, dietro la rispettabile facciata, hanno delle storie.
Tutti, anche i vegliardi che vegetano nel baretto sotto casa, hanno lamante. Sconvolto dalla scoperta Gianni tenta di fare qualcosa. Cè Gabriella, irraggiungibile e desiderata per anni, cè Valeria, il meraviglioso primo amore, la bellissima Cristina, badante della mamma, cè la vicina di casa, incarnazione della bellezza e della giovinezza, ci sono le infinite donne possibili che abitano il mondo…
Gianni, come un vecchio motore che si rimette in moto produce fracasso, fumo e poco arrosto.