Diciamocelo: prima o poi doveva succedere. Anzi: la stampa specializzata si stava ormai da tempo chiedendo quando Lara Croft avrebbe iniziato a essere, come si dice in gergo, “bollita” e a non suscitare più l’interesse dei fan.
A quanto pare quel momento sarebbe purtroppo arrivato con l’ultimissimo Tomb Raider: Underworld, che, pur vendendo la discreta cifra di 1,5 milioni di copie, ha comunque venduto ben 500mila copie in meno rispetto alle stime del publisher britannico Eidos.
Da notare che questi numeri, considerati deludenti da Eidos (in fin dei conti è un -25% che pesa sul budget, per un totale stimato, a fine anno, di -20 milioni di sterline), sono comunque di poco superiori rispetto a quelli del penultimo capitolo della serie: Tomb Raider: Anniversary (+6.700 copie vendute).
Più alta la penetrazione sul segmento Playstation 3, dove, nella settimana di lancio, Underworld ha rappresentato il 51% delle vendite, mentre per piattaforma Xbox 360 si è avuto un deludente 34%.
Effetti negativi e autocritica non hanno tardato a farsi sentire: lo sviluppatore Crystal Dynamics ha licenziato la settimana scorsa 30 dipendenti e dirottato tutte le rimanenti risorse sullo sviluppo del prossimo titolo e, stando a quanto dichiarato in questi giorni dal direttore finanziario di Eidos, Robert Brent, il prossimo capitolo dovrebbe seguire una strada totalmente diversa, forse persino quella della riscrittura e della reinterpretazione delle prime storie.
Queste le parole di Brent: “Mentre sviluppiamo il prossimo capitolo dobbiamo considerare tutto. Pensate, per esempio, a Batman, com’è riuscito a rinnovarsi con successo, passando dal decisamente triste personaggio dell’era di Michael Keaton allo stile noir del Cavaliere Oscuro.“