mercoledì 16 luglio 2008 12.20
Può sembrare paradossale, ma è proprio così: dopo anni passati a insegnare al mondo cosa siano i videogiochi e aver cresciuto schiere di fan di Super Mario, Zelda, Wario, Samus Aran, Kirby, Starfox e simili, Nintendo sceglie il palco dell’E3 (Electronic Entertainment Expo) di Los Angeles, edizione 2008, per dire al mondo che gli hardcore gamer sono sì importanti, ma tutto sommato rappresentano una piccola parte del mercato e, quel che più conta, degli acquirenti di console e software.
Così il dinamico duo Satoru Iwata e Reggie Fils-Amie costruiscono una presentazione imperniata per la maggior parte su dati di mercato, invero estremamente favorevoli a Nintendo: 200mila DS venduti ogni settimana in Europa, 20 milioni di console portatili piazzati negli States nel 2007, accompagnati da 10 milioni di Wii, per un totale di 5 miliardi di dollari di fatturato, il franchise Pokémon che tocca quota 180 milioni di titoli piazzati, il DS, che, nonostante i 5 anni di vita pieni, che normalmente segnano l’inizio del declino di una console, continua a crescere al ritmo del 12% su base annua, allargando il proprio mercato (il pubblico famminile, per esempio, è in fortissima crescita), titoli come Nintendogs e Mario Kart che continuano a essere acquistati dal pubblico a più di un anno di distanza dalla loro uscita…
E soprattutto: titoli low-budget, quanto a sviluppo, come Wii Sports e Wii Fit, che raggiungono cifre di sell-out che giusto franchise come Metal Gear Solid, Pro Evolution Soccer e Resident Evil possono guardare senza impallidire.
E dopo dati come questi, che dimostrano incontrovertibilmente che Nintendo ci sa fare, che è in forte crescita e, in alcuni segmenti, è leader di mercato, la doccia gelata: per Wii vengono presentati solo 3 giochi di terze parti (Star Wars – The Clone Wars; Rayman Raving Rabbids TV Party; Call of Duty World at War), due dei quali già noti al pubblico da almeno un paio di mesi e come titoli first-party prodotti assolutamente consumer e mass-market come Animal Crossing (in cui, a detta dello stesso sviluppatore, “non si deve fare nulla di particolare”), Wii Sports Resort e il francamente incomprensibile (e improponibile?) Wii Music (dove sarebbe il divertimento nel muovere a casaccio il nunchuck per tirar fuori note pre-impostate dalla console?), presentato da uno sprecatissimo Shigeru Miyamoto, papà di Pac-Man e di ben altri prodotti.
Non va per altro meglio sul fronte DS, visto che l’unico third-party game di un qualche richiamo per gli hard-core gamer è Grand Theft Auto.
Ma del resto, squadra che vince non si cambia, no? E questa sembra essere la filosofia Nintendo per il nuovo anno.
Pagherà? Visti i risultati ottenuti in Italia da prodotti come Brain Training, c’è da pensare di sì e sicuramente Nintendo ha ragione nel sostenere che l’allargamento dell’audience sia un’esigenza imprescindibile, specie in un’epoca di crisi economica come l’attuale. Rimane il fatto che i giochi per hard-core gamer stanno all’industria videoludica come ricerca & sviluppo stanno a quella automobilistica. Servono a definire i successi futuri, non tanto quelli attuali. Se fai bingo oggi, non è detto che continui a farlo domani e – giusto per dirne una – la PSP sta recuperando parecchio terreno nel segmento delle console portatili.
Non c’è quindi nulla che giustifichi la più brutta e deludente press-conference di sempre, in senso assoluto (quindi considerando anche quelle della concorrenza). E lo dico da fan Nintendo.