Proiezione ieri sera nelle sale del Festival di Cannes de Il divo, il secondo e ultimo film italiano in lizza per la Palma d’Oro.
Il regista Paolo Sorrentino ripropone un ritratto di Giulio Andreotti, interpretato da un Toni Servillo completamente trasformato, che riconferma il suo talento e conquista ancora una volta la critica. Gradimento immediato della stampa in sala che, già durante il primo quarto d’ora di proiezione, dava segni di apprezzamento. La pellicola, che poggia su un lavoro di documentazione molto accurata, non risparmia niente delle vicende personali e della carriera del senatore a vita, anche se il regista non si schiera definitivamente né con l’accusa né con la difesa. La storia, oltre a mostrare le vicende più eclatanti e controverse, offre anche il lato intimo del protagonista attraverso i rapporti con la moglie e la segretaria, le riflessioni private e le confessioni. Notevole e soprendente anche la colonna sonora, non originale.
Giulio Andreotti ha potuto vedere in anteprima la pellicola di Paolo Sorrentino, nelle sale del Ministero dei Beni Culturali, il 14 maggio. Il suo giudizio però non è stato favorevole. “Ne avrei fatto volentieri a meno” ha dichiarato, sottolineando alcune sfumature spietate e poco realistiche.
La “Lezione di Cinema” del Festival di Cannes ha avuto come ospite d’onore Quentin Tarantino, che ha parlato della sua carriera, ricordando a tutti i giovani aspiranti registi di lasciare perdere costose scuole di regia per fare gavetta sul campo. Il regista di Pulp Fiction, vincitore della Palma d’oro quattordici anni fa, ha affermato che “Se non fossi stato un attore, la prima sequenza de “Le iene” non sarebbe mai esistita“.