Monica Bellucci e il regista Marco Tullio Giordana hanno presentato, ieri sera, Sanguepazzo, tra le proiezioni speciali del 61° festival Cannes. L’attesa pellicola racconta la storia d’amore tra i due celebri attori di commedie dei telefoni bianchi tra gli anni Venti e Trenta, Luisa Ferida e Osvaldo Valenti.
Nel raccontare la vita dei due divi dannati, il film si sofferma su vizi e passioni fino al tragico epilogo. Senza pretese documentaristiche, la storia inserisce personaggi d’invenzione tra quelli interpretati dalla Bellucci e da Luca Zingaretti, dipendenti l’uno dall’altra in modo ossessivo come dalla cocaina. Tra le scene, ha già fatto a lungo parlare quella del bacio saffico tra la Ferida e Desy, interpretata da Lavinia Longhi. La drammatica vicenda dei due amanti si conclude, infatti, con la fucilazione dei due da parte dei Partigiani, cinque giorni dopo la Liberazione.
Giordana, che meditava questo progetto da venticinque anni, ha colto l’occasione per dichiarare il suo film metafora di una nazione che egli ritiene impazzita, anche se il suo non intendeva essere cinema politico.
Sugli schermi di Cannes ieri è stato presentato anche Il silenzio di Lorna, ultimo film di Jean-Pierre e Luc Dardenne. La pellicola, nella lista della selezione ufficiale, racconta la storia di un’emigrata albanese, interpretata da Arta Dobroshi, che cerca di ottenere la cittadinanza belga sposando un tossicomane, che poi accuserà falsamente di violenza per poterlo abbandonare. La vicenda si complica, tra un tentato matrimonio di facciata e un vero amore dietro le quinte. La delicatezza dei due registi riesce comunque a cogliere l’umanità e il dramma di una storia tanto dura quanto reale.